Nati nei primi anni 2000 da un gruppo di compagni universitari a Birmingham, in Inghilterra, gli Editors sono emersi in un’ondata indie con cui avevano poco in comune, tranne l’uso delle chitarre. Capitanati da Tom Smith e Russell Leetchgli, inizialmente si facevano chiamare Pilot ma cambiarono presto nome perché già usato da una band degli anni ‘70.
Il notevole successo del primo album “The Back Room” (2005), grazie a singoli come “Bullets” e “Munich”, procura loro una nomination al prestigioso Mercury Prize. Segue “An End Has A Start” (2007), trainato dall’omonimo singolo, anch’esso ben accolto. Il gruppo però mostra coraggio e voglia di rischiare, così nel 2009 abbraccia i synth e pubblica “In This Light and on This Evening”, caratterizzato da un suono più cupo, presente fin dal primo singolo “Papillon”.
Nel 2022, dopo ben sei album, esce “EBM”: un mix di pop, indietronica, new wave, industrial rock ed electronic dance, con influenze post-punk e psichedeliche. Il disco richiama artisti come i New Order e Giorgio Moroder, e gruppi industrial come Nitzer Ebb, Front 242 e D.A.F., oltre alla scena Electronic Body Music, da cui prende il nome.
Indie rock, post punk, new wave, synth pop, canzoni da stadio: gli Editors mettono insieme tutto questo con personalità, in vent’anni di carriera vissuti sempre ad altissimi livelli creativi e di riscontro del pubblico. Non a caso tutti i loro album sono stati in Top 10 UK, e due si sono piazzati al 1° posto. Il loro ultimo tour li ha visti esibirsi a Wembley per il più grande show da headliner di sempre, dimostrando quanto i loro fan siano sempre in costante crescita.